SCHEDE DI ACLISTI BRESCIANI ILLUSTRI

Agostino Rivali

(Brescia 27.12.1926  - Brescia 9.8.1995 )

 

Fu vicepresidente provinciale delle ACLI bresciane dal 1973 al 1974

Fu presidente provinciale delle ACLI bresciane dal 1974 al 1976

Da ACLI bresciane

Agostino è arrivato tra la dirigenza delle ACLI bresciane in un momento molto delicato della loro storia.

Si era all'inizio degli anni 70 e sulle ACLI si era abbattuto il vento del '68, portando con sè utopie tanto esaltanti quanto velleitarie, lo strappo con la Chiesa cattolica, una classe dirigente portatrice di una cultura diversa da quella cattollco-popolare.

Egli si mise al lavoro, con serietà, umiltà, buon senso e tanta fede. Una fede forte, radicata nella solida cultura della bassa bresciana, della sua Gambara, forgiata in incontri da soli capaci di segnare una vita come quelli che lui ebbe con don Primo Mazzolari.

Dovette, nel 1974, assumere la carica di Presidente provinciale, dopo aver esercitato le funzioni vicarie del Presidente Sarasini nei 2 anni precedenti. Un ruolo, quello di presidente, esercitato con impegno e passione in un periodo di transizione carico di tensioni e di contrasti. Si deve principalmente alla sua azione il pieno recupero dei rapporti con la comunità ecclesiale bresciana, condotto d'intesa con il Vescovo Morstabilini.

Lasciò la carica di presidente dopo due anni e rimase a servizio del movimento senza nulla chiedere, così come nulla chiese a conclusione della sua attività di sindacalista della CISL dagli anni 50 ai 70.

Ad Agostino Rivali le ACLI bresciane debbono molto, più di quanto non si possa evincere dagli atti o dai documenti del movimento.

Esaurita l'esperienza aclista ha trovato modo di esprimere ancora la sua generosa attività nel movimento cooperativo operando, in particolare, in favore degli immigrati.

In sintesi, una vita intera spesa per gli altri, sostenuto dalla sua famiglia sia nella vita attiva sia nelle angosce provocate dalla malattia che, progressivamente, lo ha privato di ogni facoltà, meno quella di intendere, esercitata fino all'ultimo.

Lo ricorderemo sempre come una persona per la quale parole come fedeltà, dovere e amicizia rivestivano un significato profondo, tale da segnare il rapporto con coloro che lo avvicinarono.

Le ACLI e la società civile bresciana gli debbono gratitudine e possono indicarlo a ben titolo come un esempio.

 

                                                                                               Sandro Albini